Universo LGBT+

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Psicoterapia LGBT+

Le evidenze scientifiche non dimostrano che essere persone LGBT+ di per sé comprometta il funzionamento psicologico; tuttavia la letteratura sull’argomento rileva una maggior prevalenza di indicatori di malessere psicologico in questo tipo di popolazione.

In circa 30 anni di lavoro clinico con persone LGBT+ sentiamo di poter confermare quanto evidenziato dalle numerosissime indagini svolte. Ma a che cosa è dovuto?

Ilan H. Meyer ha definito minority stress l’insieme degli effetti psicologici e fisiologici associato alle condizioni sociali avverse in cui vivono le persone che fanno parte di minoranze etniche, sessuali e religiose o di altri gruppi sociali stigmatizzati.

Le persone LGBT+ sono soggette al minority stress in tre modi: il primo è relativo a esperienze di discriminazione e violenze subite con esiti traumatici; il secondo consiste nell’attivare una eccessiva vigilanza nell’anticipare i fattori esterni percepiti come stigmatizzanti. E infine il terzo modo è dato dall’interiorizzazione delle credenze negative esterne, conosciuta come fobia interiorizzata.

Questi elementi, se non esplorati, rappresentano fattori di rischio per l’insorgenza di disturbi psicopatologici come disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbi alimentari, abuso di alcool e/o di sostanze stupefacenti, ideazione suicidaria.

In questo contesto, compito primario del terapeuta è aiutare le persone a elaborare i vissuti di mancanza di valore indotti dallo stigma sociale (spesso sono persone che sono cresciute in un contesto sociale che nega il loro valore in modo traumatico), orientarle verso le risorse disponibili sia a livello familiare che sociale.

Sostegno alla omogenitorialità

Fino ad alcuni anni fa genitorialità e omosessualità rappresentavano concetti antitetici.

Il cambiamento avvenuto nel tessuto sociale negli ultimi decenni ha portato allo strutturarsi di famiglie alternative a quella tradizionale, facendo sì che i concetti di madre e padre, la ripartizione delle funzioni procreative ed educative, il ruolo del caregiver hanno fortemente messo in discussione i ruoli tradizionali dettati dal sesso di appartenenza o dalle convenzioni sociali, aprendo dunque la strada anche alla omogenitorialità.

Tuttavia diventare genitore, senza rinunciare alla propria omosessualità, ancora rappresenta un atto dirompente, evidenziando le sfide che l’orientamento omosessuale porta con sé.

Tutte le ricerche sul tema dimostrano che il desiderio di genitorialità e la funzione genitoriale di una coppia omosessuale non si differenziano da quelli della coppi eterosessuale, così come anche le aspettative, i timori e le suggestioni che nel complesso si attivano nell’essere genitore.

Noi ci proponiamo di accompagnare la coppia omosessuale nella costruzione di una rappresentazione interna prima, e nell’esperienza poi, di essere genitori adeguati, sgombrando il campo da credenze e pregiudizi che troppo spesso ne accompagnano il vissuto.

Psicoterapia di coppia

La Terapia è indicata per le coppie omosessuali che si trovano ad affrontare un periodo critico espresso, normalmente, da alcune problematiche che possono interessare la sfera sessuale, la comunicazione, oppure altre dimensioni specifiche della coppia che includono la progettualità, la complicità, la condivisione e dunque l’investimento stesso nella relazione.

Frequentemente emerge anche una significativa differenza nel vissuto omosessuale, individuale e di coppia, che fa da premessa a l’insorgenza di una sofferenza nella relazione  in cui il tradimento  rappresenta il rischio o la via di fuga maggiore.

Con il nostro lavoro di Psicoterapia può aiutare le persone a capire cosa c’è dietro la crisi, creando movimento laddove c’è stasi, fornendo nuovi punti di vista e strategie di risoluzione dei conflitti, prima che le suddette problematicità possano generare una rottura della relazione.

Accompagnamento al percorso di Separazione

Quando l’amore finisce, tra la coppia etero o gay, non c’è differenza: litigi, conflitti, dolore e, qualora presente, inconsapevole triangolazione con la prole, possono presentarsi anche quotidianamente e per mesi.

Ma se questa similitudine è assodata nella rottura sentimentale, per gli omosessuali l’addio alla famiglia può rivelarsi ancora più duro perché a oggi meno rappresentato simbolicamente e tutelato giuridicamente.

Le ricerche sull’argomento rilevano come ancora oggi una separazione tra coppie omosessuali sia in qualche modo percepita e recepita come meno importante e dolorosa rispetto a quella della coppia eterosessuale.

Ciò a dimostrare che ancora non sia ha una reale conoscenza della realtà di coppia o famiglia omosessuale che, seppur nella sua specificità, per coinvolgimento, affetti, aspettative e progettualità non si differenzia da quella eterosessuale.

La legislazione in tema di separazione, chiara in molti punti, resta ambigua e decisamente non tutelante ogni volta che ci troviamo in presenza di figli o figlie.

Questi aspetti amplificano le sofferenze e le incertezze, rendendo spesso ancora più in salita un processo di per sé non indolore che comunque dovrebbe rimanere entro una cornice di rispetto e in presenza di figli, anche di progettualità condivisa e complicità genitoriale.

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